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Ci siamo sentiti ripetere molto spesso, nell’ultimo anno, che la natura ha tentato di riprendersi i propri spazi. L’incanto della nostra Italia sono i borghi in cui la natura ha sempre avuto il proprio spazio, magari accanto all’uomo ma conservando con orgoglio la propria autenticità. Da Nord a Sud, nella nostra meravigliosa penisola, c’è una flotta di anime che ricorda l’incanto delle passeggiate primaverili per raccogliere i frutti della natura. C’è una flotta di mugnai che sceglie di sottoporre il grano ad una macinazione extravergine, conservando il germe vitale e le frazioni esterne più nobili e nutrienti del chicco di grano. Tra queste anime ci sono anche gli artigiani che hanno saputo tutelare, attraverso un disciplinare, l’allevamento del vitellone chiamato Fassona di Razza Piemontese. Non possiamo non citare i visionari: gli avanguardisti che creano una frattura con la tradizione, proponendo la carne di Fassona Piemontese cruda, lavorata usando semplicemente un coltello affilato. Artigianalità visibile agli occhi e immediatamente percepibile al palato. L’abbinamento con l’asparago si fonda sulla stagionalità e sulle sue proprietà; esso è ricco di fibre, vitamine, sali minerali e antiossidanti. In medicina officinale è considerato un valido antinfiammatorio naturale. La nostra montanarina restituisce la dolcezza e la fragranza tipica della Mora. In due consistenze, l’asparago incontra la crema del re dei formaggi piemontesi: il Castelmagno, adagiato sulla battuta al coltello di Fassona. “Onomatopea Piemontese”, fin dal primo morso, evoca il suono della genuinità e della tradizione della nostra terra.
Versiamo l’olio in una pentola e portiamolo a 180°C. Estraiamo il panetto dalla cassetta e lo gettiamo in pentola. Con l’aiuto di una schiumarola e un cucchiaio, andiamo a girarla dopo qualche secondo e a cospargerla di olio in modo continuo fino al rigonfiamento e al raggiungimento di una colorazione dorata ed omogenea. Andiamo a riporla su carata paglia in un contenitore di alluminio e procediamo alla composizione. Disponiamo 15-20g di battuta di coltello di Fassona Piemontese. Con l’aiuto di due cucchiaini adagiamo su di essa la crema di Castelmagno e, alla base della stessa, la crema di asparagi. Proseguiamo inserendo la punta dell’asparago ripassato in padella che funge sia da decorazione che da proposta in seconda consistenza.
Osservare l’impasto durante la lievitazione dato che la temperatura ambiente potrebbe influire sui tempi di lievitazione;
Aggiungere la panna al Castelmagno un po’ per volta in quanto la percentuale di panna potrebbe variare in base alle caratteristiche della stessa;
Nella fase della frittura dell’impasto avvalersi di un termometro per evitare il superamento del punto di fumo. Nel caso in cui non si dispone di un termometro, lasciamo cadere un pezzettino d’impasto nell’olio; se questa, dopo qualche secondo ritorna in superficie, procediamo con la frittura.